The King is Dead è il gioco ideale per rovinare amicizie e generare conflitti insanabili mentre ci si improvvisa abili manipolatori.
The King is Dead è un gioco di “manipolazione politica” pulito e raffinato per gruppi da 2 a 4 giocatori. Le regole sono poche, ma la profondità è infinita ed è questo mix che crea delle partite tesissime, dove ogni mossa pesa come un macigno e ogni azione dell’avversario vi farà sudare freddo.
Indice
Come si presenta The King is Dead?
Per essere fondamentalmente un astratto, The King is Dead si presenta molto bene: la scatola, che ricorda un po’ un libro, presenta una bella ed evocativa illustrazione interna e ha dimensioni medie che la rendono facilmente trasportabile. Una volta aperta si può notare che la mappa è ben fatta, le carte sono resistenti ed è presente un pratico sacchettino di stoffa per conservare i cubi ed estrarli casualmente a inizio partita.
Poche cose ma buone, ben pensate e confezionate.
Come si gioca a The King is Dead?
Il giocatore veste i panni di un politico che deve ottenere la maggioranza a corte dopo la morte del re. L’obiettivo è avere nella propria corte la maggioranza di rappresentanti che corrisponda al popolo dominante sulla mappa (in parole povere, avere più cubetti rossi a corte se sulla mappa questo hanno conquistato più territori). Per raggiungere l’obiettivo potremo manipolare le forze in campo spostando i rappresentanti dei vari popoli, per far vincere o perdere i singoli conflitti che di volta in volta devono essere risolti.
Ogni giocatore ha solo 8 mosse in tutta la partita, definite da 8 carte (le stesse per ciascuno dei giocatori). Queste vanno utilizzate per affrontare i conflitti che stabiliscono le maggioranze sugli 8 territori in cui è suddivisa la mappa. Ogni conflitto si sussegue in un ordine casuale e viene risolto solo quando tutti i giocatori decidono di passare il turno. Ogni azione permette di modificare il peso delle singole fazioni nei territori della mappa e di “prelevare” un esponente di una fazione per portarlo nella propria corte. Quindi le sfide principali sono: 1) bilanciare le proprie azioni per non finire senza possibilità di azione al momento sbagliato e 2) come far prevalere la fazione di proprio interesse e, al contempo, prelevare alcuni dei suoi esponenti per inserirli nella propria corte.
Le partite possono avere tempi relativamente contenuti (circa 30 minuti) oppure estremamente lunghi, dipende dalle “pause di riflessione” del vostro gruppo 🙂 . In generale le partite che ho giocato sono durate sempre almeno un’ora a causa della tensione scacchistica che da un certo punto in poi sembra pervadere ogni mossa. È comunque un gioco che permette di fare più di una partita a serata.
Quali sono i difetti di The King is Dead?
Difetti non ne ho notati, ma se devo esprimere un’opinione preferisco giocarlo in 2 o in 4, mentre trovo che in 3 giocatori sia leggermente più debole. In 2 sembra di giocare una partita a scacchi per quanto l’atmosfera si può fare tesa; in 4, praticamente divisi in squadre da 2, si attivano delle meccaniche da tavolo totalmente differenti ma sempre molto intriganti. In 3 sembra però “sporcarsi” un po’, con un’impressione di caos che con le altre due configurazioni non si nota. È comunque una sensazione marginale che non diminuisce il divertimento che è in grado di dare (ho fatto diverse partite con tre giocatori ed è stato molto apprezzato).
Altro da dichiarare?
Merita di essere nella vostra ludoteca perché è un gioco semplice da imparare ma difficile da dominare, con una pulizia di regolamento e meccaniche davvero invidiabile. Inoltre si presenta molto bene (scatola e componenti interni) ed è piacevole da intavolare. Non esiste una versione italiana, ma il gioco è indipendente dalla lingua ad eccezione del regolamento, di cui però si può trovare qui una versione tradotta.
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